I profili dei consumatori e le strategie di consumo
Osservatori - martedì 20 Agosto, 2013
Dall’incrocio delle diverse dimensioni indagate dall’indagine LaST emergono quattro profili prevalenti di consumatori. Il nucleo relativamente più consistente è rappresentato dagli “elitari” (44,5%) ovvero da quanti prediligono possedere oggetti esclusivi e di qualità elevata. Una simile inclinazione è maggiore in chi possiede un titolo di studio medio-alto, in condizione attiva e fra i 25 e i 44 anni. A poca distanza incontriamo gli “imitatori selettivi” (33,6%) ovvero quanti amano possedere pochi oggetti di qualità, ma diffusa anche presso i gruppi sociali di riferimento. I più adulti (oltre 55 anni), con un basso titolo di studio e inattivi sono coloro che prevalentemente sostengono tale atteggiamento. In una quota più marginale è possibile individuare gli altri due gruppi di consumatori: i “conformisti” (12,7%), spinti a possedere molti oggetti di scarsa qualità e fruiti dagli amici, e gli “esibizionisti” (9,2%) bisognosi di godere oggetti esclusivi, ma in grande quantità. La dimensione che costituisce il filo conduttore dei profili di consumatore preponderante, dunque, è la ricerca della qualità degli oggetti posseduti.
Ma è possibile, inoltre, identificare per le strategie di consumo altri quattro gruppi prevalenti. Su tutti svetta quello dei “sobri” (78,3%) ovvero di quanti sono attenti al risparmio e comperano soppesando razionalmente la scelta. In misura maggiore, ciò è sostenuto da quanti avvertono maggiormente la crisi economica, risiedono nel Centro-Sud e hanno un basso titolo di studio. Segue, a grande distanza, il gruppo definibile come “istintivi low cost” (13,2%), il cui atteggiamento nell’acquisto è più spontaneo, ma comunque guidato dal risparmio. Più marginali incontriamo altri due gruppi connotati da un “lusso riflessivo” (4,3%: scelgono razionalmente l’acquisto, ma senza porsi molti problemi per la spesa) e da un “edonismo” (4,3%: sommano un consumo istintivo all’assenza di problemi economici per l’acquisto).
Dunque, le dimensioni della ricerca della qualità e della sobrietà (intesa come acquisto razionale attento al risparmio e al contenimento dei costi) sembrano essere la cifra prevalente dei consumatori in questa lunga transizione economica. In questo senso è possibile comprendere meglio il comportamento attento e prudente dei consumatori che si registra in questi anni di incertezza economica. Da un lato, è urgente varare politiche (soprattutto fiscali) volte a lasciare maggiori risorse alle famiglie. Dall’altro, però, queste indicazioni devono spingere anche le imprese a offrire prodotti e servizi a più elevato valore aggiunto, di maggiore qualità. E per i quali i consumatori sono disposti a investire e a spendere. L’attenzione e la vicinanza al cliente, la proposizione di un marchio che offra identità, la personalizzazione e la qualità dei prodotti sono elementi utili a rispondere ai nuovi valori di consumo. A un consumo ispirato da nuovi valori.